OBERTURA Algo dentro de mí –otro horizonte– amanece y se cubre de infinitas estrellas. Septiembre me conmuove y permite la forma que transcurre Comprendo cada gota: la lluvia cae en cristales justos. Existir es tejer nuestra porción de cosmos y esa nimia puntada será parte de la urdimbre absoluta que se expande. OUVERTURE Qualcosa in me – un altro orizzonte – albeggia e si ricopre di stelle infinite. Settembre mi commuove e consente questa forma che passa Comprendo ogni goccia: la pioggia scende in cristalli perfetti. Esistere è tessere la nostra porzione di cosmo e quell’insignificante allusione sarà una parte del disegno assoluto che si espande. ARTEMISIA La diosa me encamina por la senda que dibuja un río. Mis secretos corceles se atreven a incursionar por la espesura; recojo el velo e invito la caricia del viento. Oscilan las sombras del paisaje, la verdad aparente y los árboles que van quedando atrás. Me sujeto al carruaje que asegura la vida. El abismo aún me tienta. Atravieso praderas soy de la raza del corcel alado. Tropiezo con viajeros ignotos. El camino y sus ecos me persiguen, la diosa me sonríe. Cruzo los secretos umbrales. Yo también fui llamada, ninguna sombra me persuade ya. Me someto a lo inmóvil, escancio el infinito. ARTEMISIA La dea mi avvia per un sentiero tracciato da un fiume. I miei segreti destrieri non temono di compiere incursioni nella boscaglia; raccolgo il velo e invoco la carezza del vento. Oscillano le ombre del paesaggio, la verità apparente e gli alberi che lascio indietro. Mi sottometto al veicolo che assicura la vita ma l’abisso ancora mi tenta. Attraverso praterie: sono della razza del destriero alato. M’imbatto in viaggiatori sconosciuti. La strada e i suoi echi mi perseguitano, e la dea mi sorride. Attraverso ingressi intimi. Anch’io fui chiamata e nessuna ombra ancora mi persuade. Mi sottometto a ciò che resta immobile, mesco l’infinito. POR SENDEROS DE AIRE No aplazará más el alborozo ahora que la inaugura la certeza, emprende al fin el anhelado vuelo mientras el mar aparta lo hilos del apego. Ya no hay nostalgias no hay miedo ya no hay culpas; la soledad central al sumergirse en aire, deja atrás la cóncavas regiones del recuerdo. Abandona su cuerpo a las corrientes junto a la prisa por los atardeceres. Sólo espacio interior ilimitado. Tras el manto del aire –alto en el cielo– se esconden las palabras. En la otra orilla el agua será mar transparente el viento será quieto y más fácil, volar hacia la altura Ella es garza-luz Abandonó su árbol para habitar la brisa está presta a volar por los amaneceres. En una playa nueva construirá su nido y se dispone ahora a cantos y a palmeras. Alguna vez atravesó el desierto sola sedienta anhelando un oasis sin darse cuenta entonces que era el desierto lo que poesía. Atrás, entre las sombras de la hojas, la silueta que vuela a la intemperie hacia el techo del mundo. Un paisaje distante, la sal y un aire nuevo la invitan otra vez. El violeta del arco iris será su morada –o su primera escala– A la sombra del soplo, cuando calle, ha de volver a izarse el día. PER SENTIERI D’ARIA Non rinvierà più il giubilo ora che l’afferra la certezza, e finalmente avvia l’anelato volo il mare allontana i fili del legame. Non ci sono più nostalgie né paura ormai non ci sono colpe; la solitudine centrale immergendosi nell’aria lascia alle sue spalle le concave regioni del ricordo. Abbandona il suo corpo alle correnti accanto alla fretta per i tramonti. Solo spazio interiore illimitato. Oltre il manto dell’aria – alto nel cielo – si nascondono le parole. Sull’altra sponda l’acqua diverrà mare trasparente il vento sarà quieto e più facile volare più in alto: Lei è l’airone-luce Lasciò il suo albero per abitare la brezza già è pronta a volare al mattino. Costruirà il nido in una nuova spiaggia e ora si dispone ad applausi e canti. Una volta attraversò il deserto sola assetata anelando a un’oasi senza rendersi conto allora che era il deserto quel che sembrava poesia. Dietro, tra l’ombra delle foglie, il profilo che vola alle intemperie verso il tetto del mondo. Un paesaggio distante, il sale e un’aria fresca l’invitano di nuovo. Il viola dell’arcobaleno diverrà la sua dimora – o il suo primo scalo – All’ombra del soffio, quando tutto sarà silenzio, tornerà a innalzarsi il giorno. LA TIERRA SIN HIELO
Cabalgo en las inmensas olas
de este mar en ascenso
como onda continua
—a contrapelo—.
Ya no hay ancla que sirva
ya no hay fondo...
Las aguas devoraron las playas
se esfumaron los límites
al cubrir para siempre las más crecidas cumbres.
Ya no hay refugio en el planeta Tierra
sólo espuma danzante
Silencio líquido del blanco
al deshacerse.
Come su bianchi destrieri cavalcoLa Terra contiene oltre 21 milioni di chilometri cubici di ghiaccio. Se tutto il ghiaccio si sciogliesse il livello dei mari s’innalzerebbe di 66 metri.National Geographic, Settembre, 2013 sulle enormi onde di questo mare in espansione come un’onda continua, galoppo controcorrente.Non c’è più un’àncora da utilizzare né c’è un fondale... Le acque divorarono le spiagge i contorni sfumano la vita si fa incomprensibile se per sempre occultano le sue vette Non c’è un rifugio sul pianeta Terra solo schiuma danzanteLiquido silenzio del bianco che si disfa. EN UN MAPA QUE NO APARECE EN GOOGLE Cuando se inicia el camino de regreso en un mapa que no aparece en google la primera señal son los reencuentros con seres que semejan la vida de los otros y el hálito entonces se condensa en el purísimo canto de la tierra Será después cuando se reconcilien latitudes –en ese punto neutro de los grados– y vientos en azarosos meridianos desboquen la brújula del tiempo Para aquellos capaces de atravesar desiertos –en apariencia iguales– por comprender las causas que al universo ordenan Otra señal será: el divisar al mago –que es mera vibración– bajo la oculta mesa de la alquimia. Y luego... disgregar los tenues girasoles de las réplicas propias en mundos paralelos por juntar las semillas ancestrales. IN UNA MAPPA CHE SU GOOGLE NON APPARE Quando s’inizia la strada del ritorno in una mappa che su google non appare il primo segnale è incontrarsi di nuovo con esseri che somigliano alla vita degli altri ed ecco che l’alito si condensa nel puro canto della terra Sarà dopo quando si riconciliano latitudini – in quel punto neutro dei gradi – e venti in rischiosi meridiani sfocia la bussola del tempo Per quelli capaci di attraversare deserti – apparentemente uguali – per comprendere le ragioni che regolano l’universo Ci sarà un altro segnale: scoprire il mago – che è mera vibrazione – sotto il tavolo nascosto dell’alchimia. E dopo... disgregare i tenui girasoli le proprie repliche in mondi paralleli per unire i semi ancestrali. PARALELO 38 La hostilidad se anida en bosques de alambrada. No hay pausa en el camino el invisible paralelo 38, lugar del no-retorno va despojando el verde a medida que tiñe de silencios el aire y colorea de miedo las grises alambradas a la orilla del río. Atrás queda el rumor de la ciudad nombrada en vocablos ajenos y su aire de extrañeza que se adelanta al tiempo. En el antiguo reino de la calma matutina Caín y Abel renuevan desencuentros entre una niebla sórdida, preñada de temores que oscurece el alma de la tierra. Para sus descendientes, el mundo está partido y el odio sembrado y cultivado por oscuros mandatos de codicia y poder. Caen las voces a 53 kilómetros de la torre Namsan. PARALLELO 38 L’ostilità si annida in boschi di filo spinato. Non c’è sosta durante il cammino l’invisibile parallelo 38, luogo del non-ritorno continua a spogliare il verde man mano che tinge l’aria di silenzi e colora di paura i grigi reticolati sul bordo del fiume. Dietro resta il rumore della città famosa in vocaboli stranieri e la sua aria di stranezza che si affretta nel tempo. Nell’antico regno della calma mattutina Caino e Abele rinnovano scontri tra una nebbia sordida, impregnata di paure che oscura l’anima della terra. Per i suoi discendenti il mondo è diviso e l’odio seminato e coltivato da oscuri mandanti di avidità e potere. Scendono le voci a 53 chilometri dalla torre Namsan. |
Le prime tre poesie qui proposte sono tratte da dal libro Habitar un umbral (Colombia, 2013), le ultime tre sono inedite.
Traduzione dallo spagnolo di Alessio Brandolini